03 Jun 2021
Barcellona, 3 giugno 2021. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che la prevalenza di xerostomia, o bocca secca, aumenta fino al 30-56% nei pazienti affetti da COVID-19 mentre, nella popolazione generale, può variare tra il 20 e il 40%, senza contare gli effetti della pandemia.
La xerostomia, o la sensazione soggettiva di bocca secca, è generalmente associata ad una diminuzione o assenza di saliva o a cambiamenti nella sua composizione. Questa diminuzione della produzione di saliva può compromettere la salute e la qualità della vita dei pazienti.
Le ipotesi formulate da vari ricercatori suggeriscono che, nel caso di pazienti affetti da COVID-19, la bocca secca potrebbe essere una conseguenza diretta del coronavirus che colpisce le ghiandole salivari, causando una diminuzione della produzione di saliva. Questo coinvolgimento potrebbe essere causato dalla presenza nelle ghiandole salivari di recettori ACE-2 che il coronavirus SARS-CoV-2 utilizza per infettare le cellule umane.
In alcuni casi, questo effetto diretto del virus potrebbe essere aggravato dagli effetti collaterali dei farmaci usati per trattare i sintomi provocati dal virus o dall'uso continuato della mascherina, che favorisce la respirazione orale al posto di quella nasale, con conseguente aumento della secchezza della cavità orale.
L'insorgenza della xerostomia può variare a seconda dell'età e dello stato di salute generale e può essere causata da una serie di farmaci, dal consumo di tabacco, di alcol, dall'invecchiamento, dallo stress, dall'ansia, da alcune patologie e, come dimostrano diversi studi, come conseguenza del COVID- 19. I principali sintomi indicatori della bocca secca, o xerostomia, sono:
“La mancanza di umidità nella cavità orale può produrre varie manifestazioni cliniche nella bocca e causare una diminuzione della qualità della vita dei pazienti che soffrono di xerostomia,” sottolinea Ernesto de la Puente, Responsabile medico scientifico del centro di ricerca DENTAID. “Può causare molteplici effetti, che vanno dalla secchezza, arrossamento o irritazione, infiammazione della mucosa orale (stomatite), alito cattivo (alitosi), labbra e lingua fissurate o un aumento del rischio di infezione orale”, aggiunge de la Puente.
La saliva è fondamentale per il buon funzionamento della cavità orale, in quanto serve a pulire e a proteggere la bocca, ci permette di percepire il gusto, regola il pH, aiuta la digestione e agevola il linguaggio. Oltre ai disagi precedentemente descritti, una diminuzione della normale secrezione di saliva può causare l'accumulo di batteri nocivi responsabili della comparsa di carie, malattie gengivali, alito cattivo o infezioni orali ricorrenti, ecc.
La xerostomia è un disturbo che può derivare da altre patologie sistemiche e, per questo, la sua gestione può coinvolgere più professionisti sanitari, tra cui odontoiatri e/o medici specialisti di ogni specifica malattia.
La dottoressa Carmen Jódar, medico di base, spiega come la xerostomia sia un problema diffuso, che colpisce soggetti che non sono solo quelli affetti da COVID-19. “È un disturbo che colpisce la popolazione in generale e ancor di più ora con l'uso delle mascherine, che causano una diminuzione del flusso di saliva e seccano molto la bocca,” afferma la dottoressa Jódar. “Il tempo di utilizzo della mascherina è proporzionale alla secchezza della bocca”, conclude la dottoressa.
Nella maggior parte dei casi, la bocca secca può essere trattata recuperando o stimolando la secrezione salivare. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di raccomandare l'uso di prodotti che aiutano a idratare la cavità orale e che favoriscono la produzione naturale della saliva. Nei casi di xerostomia irreversibile, la soluzione consiste nell’ottimizzare l'idratazione del cavo orale.
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